un’altra fine in arrivo

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Ogni mattina sogno avventure diverse in tecnicolor. All’alba mi sveglio e nel tentativo svogliato e poco convinto di riaddormentarmi cado in uno stato particolare di avventura mista a letargia; in questo preciso momento del giorno ogni dettaglio sviluppa una vita a se, improvvisamente, irrefrenabile, divertente, ma anche ansiogeno aldilà  del contenuto e dello stato umorale. Ormai si tratta di una routine di trasferimento interno dal letto al divano, con passaggio al bagno; questo risveglio causa un’attesa per i film che sicuramente stanno arrivando nel mio dormiveglia; il libro diventa l’oggetto di un romanzo, la nascosta speranza nel domani, un oggetto contundente, un soggetto col quale confrontarsi a lungo e dal quale carpire verità nascoste, naturalmente ai più. Questa mattina l’argomento era la lampada spenta dietro la quale mi sentivo sicuro dal maniaco di turno intravisto la sera precedente in law & order; ho trattenuto il respiro così a lungo che quasi sono entrato in connessione con dio, sdraiato sul divano intravedo la strada che albeggia sui primi passanti veloci, chiusi nei loro occhi ciechi, ignari del dramma che si sta svelando dietro le tapparelle bianche e socchiuse. Quando inizierò a capire davvero cosa succede alla mia vita?

Ma se penso ai miei ricordi oggi riesco a vederli più precisi, dai contorni definibili, ma soprattutto riesco a contestualizzarli nel giusto luogo e nel tempo corretto – sono diventati veri ricordi e non nebbiose sensazioni di un uomo invecchiato. Il passato non è più un mix di immagini mescolate dal tempo o una tavolozza senza precisi contorni. 

L’imprecisione ha fatto crescere in me l’idea di un passato pieno di ferite, pieno di ombre, probabilmente ricordi presunti ci tutelato da quelli veri, la leggerezza dal dolore, le risate dal pianto .

Forte di questo cambiamento, esco.

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