
Ogni mattina sogno avventure diverse in tecnicolor. All’alba mi sveglio e nel tentativo svogliato e poco convinto di riaddormentarmi cado in uno stato particolare di avventura mista a letargia; in questo preciso momento del giorno ogni dettaglio sviluppa una vita a se, improvvisamente, irrefrenabile, divertente, ma anche ansiogeno aldilà del contenuto e dello stato umorale. Ormai si tratta di una routine di trasferimento interno dal letto al divano, con passaggio al bagno; questo risveglio causa un’attesa per i film che sicuramente stanno arrivando nel mio dormiveglia; il libro diventa l’oggetto di un romanzo, la nascosta speranza nel domani, un oggetto contundente, un soggetto col quale confrontarsi a lungo e dal quale carpire verità nascoste, naturalmente ai più. Questa mattina l’argomento era la lampada spenta dietro la quale mi sentivo sicuro dal maniaco di turno intravisto la sera precedente in law & order; ho trattenuto il respiro così a lungo che quasi sono entrato in connessione con dio, sdraiato sul divano intravedo la strada che albeggia sui primi passanti veloci, chiusi nei loro occhi ciechi, ignari del dramma che si sta svelando dietro le tapparelle bianche e socchiuse. Quando inizierò a capire davvero cosa succede alla mia vita?