Sto arrivando alla conclusione, che la struttura della conoscenza umana è fondata sulla insicurezza basata sulla propria sopravvivenza; dei conoscenti che non hanno ancora sviluppato capacità fiduciarie che implicano la trasmissione della propria verso il mondo e l’accettazione di quella del mondo verso se.
Le grotte sono ancora, 2019, saldamente considerate il luogo imputato alla sopravvivenza in cui vi è una sola entrata e una sola uscita.
Questo ampiamente visibile nel mondo della massima espressione della conoscenza che sarebbe o dovrebbe essere la filosofia e tutto il suo racchiuso.
Ergo, la possibilità unica di condivisione e trasmissione è possibile solo ed unicamente attraverso lo sviluppo della tecnologia in supporto alle carenze di raggiungimento di un obiettivo umanitario che è ancorato alla sopravvivenza dell’individuo e della specie in un habitat di pericolo come una formica o un aquila o un orso, dai tempi dei tempi.
E’ l’artificialità che salverà l’uomo dalla sua umanità.
