Perché alla fine dei conti per quelli che hanno la mia età e sono nati nel 1970 ti ricordi moltissimo un tempo che con te è morto e che mai più ritornerà. Siamo stati quelli che, come te, in qualche modo hanno dovuto nascondere la propria identità e fingersi degli altri.
Non sei stata l’unica persona, ma eri quella nascosta tra di noi e con noi, quella che per motivi di lavoro doveva vestirsi di un’immagine diversa da quella che era, quella che forse non poteva neanche raccontare se stesso al proprio genitore, che doveva celarsi al proprio amico e che non poteva giocare a calcio dicendo tranquillamente che poteva anche giocare a calcio essendo omosessuale senza per questo violentare i compagni nello spogliatoio.
La grande differenza tra te e tutti noi e che tu eri uno che riusciva a dare a tutti noi la consapevolezza, che anche da quelli come noi emergeva il bello e non solo che emergesse il bello ma che venisse anche ricercato dalle stesse donne, perché belli eravamo e belli potevamo essere proprio anche grazie al tuo esempio.
Sono passati tanti anni ed è facile oggi infangarsi con dei ricordi o con dei demeriti riguardanti il tuo stile di vita, ma chi non ha potuto capire, chi non ha saputo capire che cosa voleva dire essere in quella vita e in quegli anni, in piena schizofrenia sociale, in cui una morale centenaria impediva ad una tendenza millenaria a volere sdoganare la propria essenza con il tacito assenso di tutti gli esseri umani, non riesce a fare altro che giudicare incapace di alcun tipo di capacità di giudizio.
Ascoltando le tue canzoni soprattutto quelle della tua prima fase e lì dove con questi capelli gonfi ti divertivi a saltare e facevi saltare tutti noi, mi riporta indietro negli anni e la tua morte sancisce la fine di quegli anni e la fine di un pezzo di vita per tutti quelli come me.
Non in una sola nota, una sola canzone non si può non ricordare che cosa vuole dire essere un artista ed essere dotato di una capacità empatica che ha coinvolto e direi travolto milioni e milioni di persone per decenni.
Ebbene anche tu sei stato scoperto e forse chissà, se non volevi essere scoperto, perché noi tutti sappiamo benissimo che in quei posti in quei cessi nei parchi in cui eravamo costretti a cercare quella adrenalina che non potevamo permetterci di cercare liberamente in un ristorante o ubriachi in un bar, sapevamo scegliere molto bene e in fretta proprio perché il pericolo di essere scoperti di chissà quale delitto era sempre lì imminente. Forse era arrivato il momento in cui volevi essere scoperto e lì dove non era più possibile tornare indietro per dismettere un comportamento più che altro costretto dalle condizioni economiche, sulle quali anche altre persone sapevano come marciare marciando impietosi calzati gli stivali dell’avidità senza lasciarti alcun tipo di generosità umana spingendoti a quello che altri hanno hanno saputo fare prima di te. Evidentemente quella è stata la tua strada, evidentemente quello fu il tuo momento, ma evidentemente non fu abbastanza.
Detto questo ed in ogni caso voglio dedicarti questo articolo così come anche questa foto che ricorda perfettamente i tuoi splendidi capelli gonfiati, le tue labbra lucide, le tonnellate di fondotinta color terra con il quale tutti ci cospargevamo il volto per volere essere di più e più belli e di che che se ne dica anche tu hai contribuito pesantemente ad un irruzione nella pubblica morale ed una crescita e ad un’evoluzione di una società che difficilmente potrà dimenticarti volente o nolente.
Grazie Michael George.