Dietro ai vetri fumosi penso al buco nero…

al centro del giardino fiorito dei miei nonni e mi sento triste. Mi ha sempre spaventato quel pozzo basso e quadrato pieno di acqua nera, ferma – a volte seduto sul bordo aspettavo il baleno rosso dei pochi pesci dorati, il colpo di luce mi riportava alla realtà e la paura del nulla riemerge ancora di colpo, perché ci deve essere un buco nero in quel giardino solare, sicuro e fiorito?
Ho adulato, ascoltato, risposto, interrogato tanto per esserci. La piazza rettangolare è maggiormente popolata ai bordi dove si posizionano le varie componenti della società carpigiana che osserva e critica in maniera centripeta , con la loro visione centrifuga delle cose, che quindi non trovano posto ai lati.
Nulla cambia dal gioco dei quattro cantoni, da bambino ad oggi, chi è al centro cerca un angolo nel quale rifugiarsi e per il quale essere simile agli altri tre, il centro è più scomodo, devi correre, usurpare, spesso per niente; ancora non credo che si possa scegliere di stare nel centro, ci si trova e basta, per cui diventa una piacevole abitudine alla diversità.
Da quando abbiamo fatto la manifestazione in favore dell’aborto possiamo solo stare al centro della piazza, tutti ricordano le nostre urla in mezzo al silenzioso corteo diretto in Duomo, in classe noi adesso siamo diventati i colti coraggiosi che poi vivranno a Bologna, sono sempre stato fra i diversi, una spanna sopra ai compagni finiti in banca, io ne sono scappato. In realtà andavo a Bologna con la cinquecento bianca a cercare sesso con altri uomini, ho frequentato battuage, locali, feste private e pubbliche, ma ho trovato solo sesso, ma nessun uomo.
Ci fermiamo davanti al teatro dove albergano i carpigiani colti, al bar Milano ci sono i carpigiani proletari, al bar Dorando i carpigiani belli e maledetti, al bar Roma i carpigiani che ci si credono, i convinti (stupidi e felici del proprio essere desertico)
Le sere d’estate sono il punto di massimo relax delle giornate calde e umide; si alza un venticello che asciuga e rinfresca, la sera resterà per sempre il momento più bello della giornata, un punto fermo nella mia vita sarà il dopo spiaggia e la doccia che arriva la sera come premio alla pelle arrossata, la sera che ti libera dalla quotidianità, dai doveri, la sera porta molte cose piacevoli, i flirt nascono la sera col buio che uniforma tutto e, soprattutto tutti.
Ho sempre cercato l’amore che non ho mai trovato, ma ricordo solo ora mia nonna che sussurrava:
«fai finta di niente, fai vedere che sei disinteressato, guardalo con distacco e solo così arriverà, se lo cerchi lui scappa perché l’amore non vuole essere diretto nè direzionato, arriva solo quando  e se ti sente libero»
La nonna però dava anche consigli sbagliati forse in buona fede, cercava di  crearmi paraventi dicendomi:
«ti auguro la fortuna delle brutte che appena trovano un pollo se lo tengono stretto, sono formichine loro ….. le belle sono falene incontentabili che volano di fiore in fiore senza accontentarsi mai», avrei dovuto capire che le falene non volano di fiore in fiore, ma muoiono bruciate dalle lampadine nelle sere d’estate.
Sono ancora single e molto bruciacchiato.
L’autostrada A14 è finalmente deserta quasi come la mia vita da almeno dieci anni o giù di lì. Come unica compagnia una certa idea di depressione mai chiarita né definita, lei c’è e riempie i vuoti come un hobby. Abbiamo raccolto e provato molti farmaci e ce li siamo scambiati come si fa con le figurine, non volevamo imparare a soffrire, a non dormire e quindi pasticche per dormire, per svegliarci, per trovare coraggio, tutti così gli anni dell’università, passati a cercare di prolungare la vita bella, quella spensierata: quando esci dalle scuole elementari ti senti bene, poi alle scuole medie sei daccapo, l’esame di terza media ti fa sentire un gigante, poi il liceo ti risbatte in fondo, il diploma superiore è un passo enorme, poi l’università è una botta, non hai una classe, non hai un professore di riferimento, sei solo fra soli, poi ti abitui, conosci, frequenti, ami e capisci che finirà e sfocerà nella vita vera, penso che i fuori corso tentino solamente di non crescere, di non spiccare il volo; non li ho mai capiti, ma li ho frequentati per comodità, erano i più disponibili al nulla…………………..

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