
Carpi, 9 gennaio
Comincia più o meno così il rapporto epistolare; il Daniele nostalgico scrive a quello frenetico che spesso non riesce o non può rispondere. Entrambi scrivono per riossigenare i ricordi che diventano sempre meno definiti col passare degli anni, effetto della vecchiaia o dell’indulgenza non so, ma tutto tende ad essere meno litigioso, meno deciso, meno forte, meno nitido, il grigio diventa il colore preferito come l’autunno la stagione diletta, quella dei pensieri più profondi; solo Narciso resta giovane e porta solo cattivi pensieri e pessimi consigli.
Niente è più struggente della neve che si scioglie. Ti si stringe il cuore. Capisci di colpo che la vita va via, che il tempo per tutte le cose finisce; anche Stefano, il cinico, ha un guizzo di tristezza davanti alla neve che si scioglie. Capisce che stanno succedendo cose che cambieranno la nostra vita senza biglietto di ritorno, che nonostante la nostra volontà saremo costretti a cambiare, a decidere, a scegliere nuove situazioni, nuovi ambiti, magari migliori, ma diversi; solo biglietti di sola andata!
La neve rappresenta a modo suo il ciclo della vita: arriva desiderata, inattesa, sempre stupefacente, cade e copre tutto come il bambino nella fase accentratrice, poi il freddo la trasforma in ghiaccio, il gelo degli sguardi spesso delusi dei genitori verso i figli; poi la neve inizia a sporcarsi come la voglia di vivere dell’adolescente; restano poi macchie di neve sporca qua e là, come i fuggenti attimi di felicità, sempre più rari e ancor meno frequenti. Poi tutto si scioglie e resta solo il bagnato di lacrime nostalgiche per quella neve che ha cambiato paesaggi e prospettive inutilmente.
Cresce la frenesia di vivere mentre cala l’aspettativa di vita – siamo vecchi in un mondo nel quale l’esperienza non si accumula e quindi per sempre sprovveduti, fragili, incerti, impauriti.
Sono solo i genitori incapaci che pretendono l’amore incondizionato dai propri figli solo perché li hanno voluti e desiderati; sinceramente avrei voluto scegliere chi amare e forse oggi potrei amare a mia volta.
Sinceramente mi aspettavo una vita diversa, senza averla mai sognata, né strutturata, né auspicata, me l’aspettavo e basta, come naturale conseguenza dell’essere nato in un anno importante; ero certo che avrei avuto una vita “diversa”, ma senza sapere in cosa sarebbe stata diversa e diversa in che cosa e da cosa; ero certo che sarebbe stata non dico favolosa, né iper divertente, ma nemmeno così solita, così già scritta, in questa vita sono intervenuto il meno possibile, ho lasciato fare le scelte principali agli altri, ho guardato altri decidere, andare, tornare restando sempre lì a guardare, a vivere le vite degli altri senza saperlo, attaccandomi alle loro esperienze, criticandole, approvandole, ma il meno possibile e solo se costretto; in fondo preferisco viaggiare che arrivare. Ho sempre cercato le soluzioni più semplici, più comode e più remunerative; mi sono esposto il meno possibile e ho avuto solo briciole emozionali per questo, ho vissuto le felicità e le infelicità degli altri senza mai cercare il primo piano da splendido ascoltatore quale sono – non sono riuscito ad amare davvero e nessuno mi ha mai amato davvero, a parte una pletora di disperati che preferivano semplicemente me al niente garantito. Non so nemmeno quando ho iniziato ad aspettarmi qualcosa, oggi mi accorgo che ho solo sempre aspettato e sognato, ma da quale preciso momento non saprei .
Ogni giorno uscire di casa sperando di trovare un uomo che mi amerà sinceramente tutta la vita, vestirmi per lui, mettere l’occhiale giusto per lui, profumo e deodorante buono, sistemare la casa e rifare il letto perché, rientrando con lui, non creda che io sia uno sciattone, disordinato e inaffidabile e quindi non in grado di amarlo come lui mi amerà; anche il deodorante per ambienti scelto pensando al suo odorato perfetto abituato al benessere, al piacere, a me insomma. Un uomo che potrei incontrare ovunque e che non ho mai nemmeno visto da lontano. Oggi questo sogno mi ha abbandonato, ma mai del tutto, è sempre latente, insidioso, a volte mi incatena, non riesco ad essere quello che sono fino in fondo perché mai vorrei che lui mi vedesse fuori posto o per quello che veramente mi sento. Monica voglio semplicemente ed ancora ribadire che il secondo amore non si è ancora visto, ma il tempo sì che si è visto.